


| Il secondo periodico sotto la lente nella nuova formula
adottata da Carta Canta è il settimanale Oggi, «il
newsmagazine delle famiglie italiane» (come recita il
sottotitolo della testata). La rivista ha 140 pagine nelle
quali le immagini prevalgono sui testi, senza che peraltro
vengano utilizzati criteri particolarmente selettivi
nella scelta delle foto.
Abbiamo analizzato i numeri usciti l’11, il 18 e il 25
dicembre. La rivista è organizzata in otto sezioni:
Rubriche di apertura (dove all’editoriale fanno seguito
le «Domande di Oggi», con le risposte di giornalisti ed
esperti, e «La buona notizia»), Cover Story, Attualità,
Reportage, Cultura e spettacolo, In famiglia, Dolce vita
e Dialogano con noi (più che una sezione della rivista
è un modo per elencare, alla fine del sommario, gli
interventi degli opinionisti distribuiti nelle varie sezioni
del numero).
Ogni sezione occupa un numero di pagine abbastanza
costante ma la presenza di articoli di taglio «internazionale
» è invece piuttosto variabile e in ogni caso
poco rilevante.
Nei tre numeri presi in esame, ad esempio, le sezioni
Cover Story e Dolce vita non hanno traccia di riferimenti
a culture o Paesi diversi, mentre nella sezione
In famiglia troviamo un’unica eccezione nel numero
del 18 dicembre nelle due pagine dedicate ai consigli
turistici per le vacanze. Complessivamente il 37% di
«esteri» che abbiamo riscontrato esaminando Sette si
riduce qui a un modesto 10%.
Passando da una valutazione quantitativa a un’analisi
di tipo qualitativo ciò che più colpisce è che l’immagine
dell’«altro» è spesso collegata alla dimensione
del sensazionale - è il caso del reportage dal Ruanda:
Attenti al gorilla. Faccia a faccia con il primate più simile
all’uomo, che prende spunto da un incontro-scontro
tra un gorilla e un fotografo (senza gravi conseguenze,
fortunatamente) - o dell’eroico - come le 10 pagine dedicate a Mandela nel numero del 18 dicembre intitolate
L’indomabile. Sconfisse l’apartheid e conquistò
il mondo, e la rubrica tenuta da Giulia Bongiorno e
Michelle Hunziker dedicata, nel medesimo numero, a
Malala, un’eroina da far conoscere.
Non mancano gli articoli in cui i riferimenti a Paesi
lontani compaiono per il loro legame con il contesto
italiano: dalla questione dei controlli sui cinesi dopo
il tragico incendio di Prato (Perché non si fanno più
controlli ai cinesi?, 11 dicembre) al servizio sulla Casa
della carità di Milano e sull’inerzia della politica nel
contesto della crisi (Politici sveglia!, 18 dicembre), dalla
vicenda delle famiglie adottive bloccate in Congo (Ministro
Kyenge non ci tradire!, 25 dicembre), al commento
alla politica antiproibizionista dell’Uruguay rispetto alla
marijuana firmato da Umberto Veronesi (Ha fatto bene
l’Uruguay a dire sì alla marijuana?, 25 dicembre).
Nella sezione Cultura e spettacolo, infine, troviamo un
unico articolo (Mission non è un reality, 11 dicembre),
dedicato alla tanto discussa trasmissione Rai Mission,
realizzata in collaborazione con l’Alto Commissariato
delle Nazioni Unite per i Rifugiati e Intersos con l’intento
di far conoscere realtà distanti e dimenticate: un
«dietro le quinte» firmato dalla giornalista Candida Morvillo,
che avendo partecipato alla missione umanitaria
in Mali, può svelare, in qualità di «testimone», «la verità
sulla trasmissione delle polemiche».
L’impressione è che culture e Paesi lontani non
vengano considerati temi di grande interesse. Inoltre
titolazione, scelta delle immagini e impaginazione
rispecchiano spesso un’idea di informazione che per
essere accessibile rischia la semplificazione e punta
sul sensazionalismo. Per una sorta di felice incoerenza,
tuttavia, non mancano sorprese positive nella
qualità dei testi, come nel caso dell’ampio servizio
dedicato a Mandela.
M. G. Tanara e E. Schiocchet |
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