Siamo pronti per la grande svolta? Siamo pronti per avere un Presidente del Consiglio senegalese? Se conosco lo spirito dei miei connazionali e in particolare l’invidia che li anima verso gli Stati Uniti, comprendo che, in piccolo (da italiani appunto), stiamo ripercorrendo la strada che porterà un nero a Palazzo Chigi. Con qualche differenza. Loro, i nostri maestri Americani, avevano istituito scuole differenti per bianchi e neri: noi, più umilmente, abbiamo escogitato le classi «differenziate» per immigrati. Loro, negli States, non facevano salire i neri sugli autobus o al massimo li facevano sedere in fondo: noi, più elegantemente, ci limitiamo a pulire con l’alcool il sedile dove si sono seduti. Gli Americani, quando avevano bisogno di lavoratori abbronzati, li andavano a prendere con i galeoni a casa loro e li schiavizzavano per raccogliere il cotone: noi li attiriamo sulle nostre spiagge con i gommoni e una volta raccolti i pomodori gli diciamo che la vacanza è finita. Loro hanno l’ambitissima Green card, noi il permesso di soggiorno a punti. Forse non avremo mai la grandezza tragica e la disinvoltura degli Americani. So già come andrà a finire: in campagna elettorale il candidato a Presidente del Consiglio sarà un nero, ma poi, una volta vinte le elezioni, a Palazzo Chigi ci manderemo (al massimo) un meridionale di Casoria. A noi manca il coraggio degli Americani.
|