Home page
Webmagazine internazionale dei gesuiti
Cerca negli archivi
La rivista
 
 
 
Pubblicità
Iniziative
Siti amici
Idee
Cerca in Idee
 
Multitalia
Maurizio Ambrosini
Università di Milano, direttore della rivista Mondi migranti
Servizio civile, una crepa nel muro
Nel travagliato panorama delle politiche migratorie italiane c’è una buona notizia: grazie a una sentenza del Consiglio di Stato del 9 ottobre, alcune categorie di giovani di origine straniera sono state ammesse al servizio civile nazionale. Finora la legge fissava il possesso della cittadinanza italiana come limite invalicabile. Dopo una lunga battaglia legale, in cui si è distinta ancora una volta l’Associazione Avvocati per Niente promossa dalla Caritas ambrosiana, il muro è stato eroso in più punti. Nell’ultimo bando promulgato, i cittadini dell’Unione Europea e i loro familiari, i rifugiati, i  possessori di permesso di soggiorno di lunga durata possono finalmente presentare domanda.

Il servizio civile, oltre a rappresentare un parziale rimedio alla crisi occupazionale, è un’interessante palestra di cittadinanza attiva: consente ai giovani sotto i 28 anni di impegnarsi in varie attività socialmente utili in cambio di un piccolo compenso. È dunque un fatto molto positivo che anche i giovani giuridicamente (ancora) stranieri, ma di fatto residenti in Italia da anni, abbiano modo di cooperare al miglioramento della società in cui vivono, collaborando con altri giovani e con adulti preparati. Sarà per loro, come per i loro coetanei con passaporto italiano, un modo per mettersi alla prova, per acquisire competenze utili, per sentirsi più cittadini del nostro Paese.

Certo, i problemi non mancano: dopo promesse altisonanti sul «servizio civile universale», il governo ha tagliato i fondi fino al 2017, equiparando il servizio civile alle tante spese pubbliche da sfrondare, tra le proteste delle associazioni che hanno seriamente investito nel settore.

Un passo avanti e mezzo indietro, dunque. Ma intanto a piccoli passi l’integrazione avanza.




© FCSF – Popoli, dicembre 2014