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«Osama ha fatto il male dell’islam»
3 maggio 2011
«La morte di Osama bin Laden non è una questione religiosa, ma politica». Così Isa Benassi, portavoce del Coreis Giovani, una delle comunità di riferimento per i giovani musulmani, commenta la scomparsa del leader di al Qaeda. «Il fondamentalismo - continua Benassi - rappresenta una deturpazione della sacralità religiosa e noi come musulmani siamo colpiti e siamo dispiaciuti della presenza di queste deviazioni dalla prospettiva autentica dell’islam. Noi come Coreis vogliamo testimoniare l’islam autentico e aperto al confronto con altre tradizioni religiose»

Non molto distante la posizione di Khalid Chaouki, responsabile del sito www.minareti.it, il portale del mondo arabo-islamico italiano: «È presto per dare una lettura precisa delle conseguenze della morte di Osama bin Laden. In queste ore però ho registrato tra molti musulmani che vivono e lavorano in Italia un grande sollievo per la fine di una storia che ha danneggiato non solo il mondo arabo, ma l’intera comunità islamica mondiale».

Anche se, va detto, parlando con alcuni giovani musulmani si avverte una ritrosia, quasi un fastidio, ad affrontare il tema. Alcuni non se la sentono di prendere posizione sulla morte del leader di al Qaeda. «Purtroppo è vero - aggiunge Chaouki -, in molti giovani islamici qui in Italia e, ancora di più nel Nord Africa e nel Medio Oriente c’è un’eccessiva prudenza a commentare questa morte. Io personalmente non giustifico questo atteggiamento perché fa parte di un certo vittimismo e complottismo arabo-islamico che vede l’Occidente solo come un nemico che attacca l’islam che, a sua volta, è costretto a subire. Dobbiamo invece vedere in modo positivo la fine di un uomo che con il suo atteggiamento, mi permetto di dire, ha bestemmiato contro Dio».

«Mi aspettavo che bin Laden venisse catturato e giudicato di fronte a un tribunale per ciò che ha commesso - aggiunge Izzedin Elzir, giovane imam di Firenze e presidente dell’Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia (Ucoii) -. Credo però che con questo ci siamo messi alle spalle una situazione molto difficile. Ora spero si apra una pagina nuova in cui il mondo trovi un modo nuovo di convivere, senza attentati, guerre e uccisioni».
Enrico Casale

© FCSF – Popoli