In Italia, le adozioni internazionali hanno subito un drastico calo nel 2012. I dati della Commissione adozioni internazionali, resi pubblici il 9 gennaio, parlano di 3.106 bambini autorizzati a entrare nel nostro Paese, adottati da 2.469 famiglie. Rispetto al 2011 si registra un calo del 22,8% per quanto riguarda i minori adottati e del 21,7% per quanto riguarda le coppie adottive.
Le ragioni di questa flessione sono da ricercarsi, secondo gli esperti della Commissione, nel rallentamento delle procedure adottive da parte di alcuni Paesi. La Colombia, per esempio, avendo rivisto i criteri per dichiarare lo stato di abbandono di un bambino, non è riuscita a smaltire lo stesso numero di pratiche dell’anno precedente. In Vietnam, India, Polonia, essendo entrate in vigore nuove normative, è necessario ancora un po’ di tempo perché gli uffici le recepiscano e entrino a regime.
La Federazione russa resta il primo Paese di provenienza dei minori con 749 bambini entrati in Italia (24,1% del totale), seguita da Colombia 310, Brasile 270, Etiopia 233 e Ucraina 225. Rispetto al 2011 si è registrato un calo dell’età media dei piccoli: 5 anni e 11 mesi rispetto ai 6 anni e un mese dell’anno precedente.
Le famiglie adottive invece risiedono in maggioranza in Lombardia (459 coppie), Lazio (293), Toscana (241), Veneto (233) Piemonte (170). Si tratta, come in passato di nuclei con coniugi che possiedono un titolo di studio medio-superiore e appartengono a categorie lavorative impiegatizie, delle libere professioni e degli insegnanti.
In un'inchiesta pubblicata nel dicembre 2011,
Popoli aveva analizzato le caratteristiche di questo fenomeno e le cause di un costante calo del numero di adozioni internazionali in Italia.
Enrico Casale