Quora. Non molto noto in Italia, di certo non tra i più noti al mondo, ma vale la pena scoprirlo.
Quora.com è una piattaforma di condivisione della conoscenza tramite domande e risposte. Fondato nel 2009 a partire da un’idea di persone che avevano partecipato alla fondazione di Facebook, ha recentemente introdotto il blogging ed è considerato un modello.
La peculiarità è che sono gli utenti stessi che costruiscono (e condividono) conoscenze. L’obiettivo di Quora è socializzare la condivisione delle informazioni generate dagli utenti, indicizzarle, organizzarle e renderle reperibili, cioè utili.
Una volta registrati al servizio si capisce subito quanto spazio vi possa essere per condividere le proprie passioni e interessi. Tra gli argomenti che si possono seguire vi sono le categorie «libri» (oltre 500mila followers), «tecnologia» (oltre 680mila), «business» (450mila), «cucina» (310mila).
Con domande che spaziano fra il triviale e il tecnico specialistico, il lavoro del team di Quora è particolarmente impegnativo, data la straordinaria varietà dei possibili post. Un utente ha cercato in Google «-4^(1/4)», che il motore di ricerca non interpretava come una formula ma come la richiesta, evidentemente impossibile, di «trovare le pagine che contengono un 1 vicino a un 4 ma non contengono un 4». Il risultato dava solo siti con contenuti espliciti per adulti, cosa inspiegabile. Postata la questione su Quora, è arrivata la risposta (e la gratitudine) di un ingegnere di Google che ha in effetti scoperto che si trattava di un baco, andando a risolverlo.
Un’altra originalità sui post degli utenti è il successo di domande tipo «qual è la cosa più buona che hai fatto senza che nessuno lo abbia mai saputo?», che ha avuto quasi 350 risposte (al momento), con taglio intimistico, come fosse uno specchio sociale delle buone azioni.
E a proposito di intimità, sono presenti con una certa frequenza anche domande, risposte e riflessioni su temi che coinvolgono la propria persona: è possibile scrivere, anche in modo anonimo, di argomenti che rientrano nelle categorie «psicologia», «matrimonio» e «amore».
Tuttavia, le domande più frequenti riguardano temi associabili a business e tecnologia. L’argomento «startups», per esempio, ha oltre 220mila follower; per una persona interessata all’innovazione, ad avere notizie, a conoscere persone coinvolte concretamente nel tema, Quora.com è una fonte importante di possibili contatti, soprattutto perché favorisce apertura all’interazione spontanea.
Tra utenti è possibile conoscersi non solo ponendo quesiti e rispondendo, ma anche votando e commentando le risposte. Vi è un’ulteriore libertà: ogni utente può rielaborare la domanda di un altro utente, aprendo uno scambio diretto con l’autore per favorire il raggiungimento comune della migliore formulazione della stessa, a beneficio di tutti. Una collaborazione online completamente trasparente e rintracciabile da parte degli altri utenti, sul modello di Wikipedia.
Facciamo un esempio relativo proprio all’argomento «startup». Mentre scriviamo questo articolo vi sono 26 utenti che hanno condiviso la domanda «quali startups hanno le storie migliori?» sui propri profili social; 35 risposte hanno generato a loro volta un certo numero di commenti ciascuna, oltre 72mila persone hanno letto la domanda e 1.100 la stanno seguendo. E ognuno di questi numeri è popolato dei relativi profili, tutti accessibili: ogni utente registrato che sta seguendo la domanda può esplorare i profili di chi ha domandato, risposto, commentato, ecc. Una notevolissima fonte di potenziali contatti, rispetto ai quali ogni utente ha la possibilità di interagire con un follow, un messaggio diretto, un commento, la rielaborazione di una domanda, la condivisione del profilo.
Ci sono diverse opportunità di capitalizzare il lavoro che Quora fa per organizzare la conoscenza. Un educatore impegnato nella sfida dell’integrazione del digitale anche nella sua attività, cercando «social learning platform» trova una riflessione pubblica sulle migliori piattaforme e una serie di link e riflessioni aperte. Un ricercatore sociale, blogger, giornalista, amministratore pubblico o un politico potrebbero trovare illuminante il dibattito che si è sviluppato attorno alla domanda: «Quali sono i migliori blog sui dati? Perché?».
A ognuno il suo, su Quora. Lo strumento è duttile, l’esplorazione stimolante; alcuni diventano un’autorità su un argomento, la sorpresa è che magari non era quello per cui avevano cominciato la frequentazione del social.