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Eritrea, il golpe misterioso
22 gennaio 2013
Le scarne informazioni che arrivano non permettono ancora di ricostruire nel dettaglio cosa stia avvenendo in Eritrea in questi giorni. L’unica cosa certa è che c’è stata una sollevazione e che questa sollevazione ha scosso il piccolo Paese dell’Africa orientale retto da una ventina d’anni con il pugno di ferro dal presidente-dittatore Isayas Afewerki.

I fatti parlano di un centinaio di militari che hanno occupato il ministero dell’Informazione, un dicastero che negli anni è diventato uno snodo fondamentale del regime e della sua propaganda (non è un caso che la figlia di Isayas vi lavori). I soldati e i loro ufficiali non hanno sparato neppure un colpo e hanno chiesto agli speaker della televisione di Stato di leggere un documento nel quale si chiedeva al presidente di promulgare la Costituzione (il Paese ne è sprovvisto) e di rilasciare i prigionieri politici. Alcune fonti sostengono che sia stato occupato anche l’aeroporto di Asmara e sia stato circondato il palazzo del presidente, ma non ci sono conferme. La sollevazione non è stata osteggiata dagli ufficiali superiori che, al contrario, hanno lasciato fare.

«Il fatto che un centinaio di ufficiali e soldati si sia ribellata - commenta una fonte contattata direttamente ad Asmara e che vuole mantenere l’anonimato - è comunque positivo. Significa che in un Paese, nel quale è illegale ogni assembramento con più di sette persone, è stato possibile organizzare una sommossa. Questa è una novità importante anche se non si sa chi siano questi militari. Si dice siano giovani frustrati dal lungo servizio di leva. Le cose che hanno destato più sorpresa sono due: i militari non hanno chiesto le dimissioni del presidente e i generali non si sono ancora espressi chiaramente a favore o contro la sommossa».

Ieri sera ad Asmara non c’erano combattimenti. La Bbc riportava però la notizia di movimenti di reparti militari dentro e fuori la capitale. Se la popolazione non è stata coinvolta, potrebbe trattarsi di un mero regolamento di conti fra militari. «Si dice - prosegue la nostra fonte - che dietro questa sommossa ci sia il generale Philipos, il comandante della regione occidentale. È una delle personalità più in vista del regime, anche se recentemente è stato messo un po’ da parte. Forse per questo ha deciso di ribellarsi. Se fosse veramente lui, ci sarebbe da preoccuparsi: Philipos ha fama di uomo corrotto e spietato. Peggio di Isayas».
Enrico Casale

© FCSF – Popoli
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