La Primavera araba è un insieme di eventi che nel mese di febbraio 2011 è arrivato a occupare il 22% delle notizie nei Tg europei del prime time delle emittenti pubbliche. Un cambio così radicale nelle prospettive del Nord Africa è stato tematizzato in modo relativamente omogeneo tra i vari telegiornali con una significativa «anomalia»: il Tg1. Infatti se in Gran Bretagna, Germania, Francia e Spagna si è dato spazio principalmente alla situazione in Libia e alla cronaca delle rivolte (la loro somma è sempre superiore all’80%), in Italia il tema dominante è stato per ben il 40% l’emergenza immigrazione e tutte le problematiche connesse (sbarchi, affondamenti, respingimenti, gestione dei Cie, rivolte, ecc.).
Il nostro telegiornale pubblico ha concentrato l’attenzione su quello che in più di un servizio è stato definito «esodo biblico» («Lampedusa, esodo biblico dalla Tunisia, migliaia di persone arrivano in Sicilia, disagi e difficoltà a gestire l’emergenza»: Tg1, 13 febbraio 2011), limitandosi a informare sulla crisi libica per il 22%. L’intervento militare italiano è stato relativamente sottorappresentato a tutto vantaggio delle difficoltà che i flussi di profughi (raramente indicati come rifugiati) stavano generando. Anche gli altri telegiornali parlano dell’emergenza immigrazione in Italia soprattutto per evidenziarne la difficoltosa gestione e le carenze di una visione europea complessiva. La disputa sui migranti sballottati alla frontiera di Ventimiglia tra Italia e Francia spiega in buona parte il 6% dedicato da France 2 a questo tema.
Che sia stata un’emergenza è indubbio: che sia stato un esodo biblico forse è un po’ eccessivo. Sempre dai telegiornali europei abbiamo visto cosa è successo tra Libia e Tunisia: «Dall’inizio della guerra sono un milione e trecentomila gli immigrati che sono fuggiti dalla Libia. Riversandosi in massima parte in Tunisia ed Egitto. In Italia ne sono arrivati solo 28mila. Non c`è stato quindi nessun esodo massiccio, come qualcuno aveva paventato» (Laura Boldrini, portavoce in Italia dell’Acnur).
La grande speranza che il processo di democratizzazione nei Paesi arabi ha generato, nel telegiornale principale della Rai è stata surclassata dalla paura che il cambiamento arrivi in Italia nella veste di un’invasione di disperati. Gli altri telegiornali europei hanno preferito invece raccontare le difficoltà, ma anche e soprattutto le enormi opportunità che si aprono nella sponda sud del Mediterraneo.
Antonio Nizzoli