I danni economici diretti del terremoto sono stimati tra i 5 e i 7 miliardi di euro, ai quali si dovranno aggiungere i mancati introiti fiscali provenienti da un’area che da sola vale circa l’1,7% del Pil italiano. In Emilia-Romagna, le aziende che hanno subito danni sono state circa 3mila, per un totale di 34mila lavoratori.
A settembre erano ancora più di mille le imprese che ricorrevano ad ammortizzatori sociali a causa del sisma, con 14mila lavoratori coinvolti (10mila nella provincia di Modena). Nell’area colpita, l’osservatorio Confesercenti di Modena ha contato 1.714 imprese del commercio, servizi o ristorazione: di queste, a fine settembre, poco più di metà ha riaperto nella propria sede, mentre circa 600 si sono spostate in container o negozi sfitti. Il resto, circa il 10%, ha cessato l’attività o sta valutando se riaprire o meno.
Per quanto riguarda le scuole, risultano danneggiati 232 edifici in tutta la Regione, di cui 100 nel modenese, per un totale di 66mila studenti e quasi 3mila insegnanti interessati.
Il 20 ottobre la Protezione civile ha chiuso tutti i campi tendati della provincia di Modena (con l’eccezione di un’area da 120 posti nel Comune di Carpi), mentre circa 2.500 persone continuano a essere ospitate nelle strutture alberghiere.
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