L’ottima performance elettorale di Ennhada in Tunisa 8che secondo i primi sondaggi avrebbe ottenuto il 40% dei consensi) potrebbe essere il primo successo di un partito di ispirazione islamica nelle elezioni legislative seguite alle rivolte della primavera araba. Si potrebbe così aprire una nuova stagione politica dominata da formazioni musulmane, se è vero che in Egitto è data per sicura la vittoria dei partiti emanazione dei Fratelli musulmani e in Libia il governo ha già annunciato una riforma legislativa ispirata alla legge islamica.
Ma quali scenari si potrebbero aprire a livello nazionale e internazionale? Lo abbiamo chiesto a Abdel Fattah Hasan, egiziano, ex parlamentare indipendente e membro dei Fratelli musulmani.
«Intanto va detto che sono ottimista per il futuro della regione mediorientale. Il rilascio del caporale israeliano Gilad Shalit e dei prigionieri palestinesi ha aperto una nuova stagione di confronto sia all’interno del mondo palestinese (tra Hamas e Autorità palestinese) sia tra i palestinesi e gli israeliani. Ciò potrebbe portare a un allentamento delle tensioni e a un’apertura al dialogo internazionale e all’interno degli stessi Paesi arabi».
La primavera araba ha portato alla fine di regimi che hanno governato con pugno di ferro per decenni. Quali sono i principali obiettivi di questa rivolta che ha toccato numerosi Paesi nordafricani?I popoli della primavera araba, inclusi i partiti islamici, hanno come obiettivo prioritario una ricostruzione dei Paesi che si fondi sul diritto. Le nuove costituzioni devono prevedere l’uguaglianza di tutti i cittadini nei diritti e nei doveri, la libertà religiosa e lo sviluppo umano (in campo economico, ma anche sociale). Non permetteremo mai ingiustizie, né ritorsioni, né umiliazioni di cittadini in base alla loro appartenenza religiosa o politica.
Se si affermeranno i partiti di ispirazione islamica si correrà il rischio di vedere trasformati in teocrazie i Paesi nordafricani?I partiti di ispirazione islamica non intendono favorire e non permetteranno mai la formazione di teocrazie. Il nostro obiettivo è la creazione di Stati civili (i fondamentalisti non parlano mai di Stato laico e di laicità,
ndr) basato su un codice morale islamico che rispetta le diversità, riconosce i diritti di tutti i cittadini, impedisce l’ingiustizia e invita alla convivenza e al rispetto reciproco e alla cooperazione.
In Egitto e in Tunisia la transizione è stata gestita dalle Forze armate. Pensa che i militari cederanno facilmente il potere a governi civili?Sono convinto che i militari, svolto il loro ruolo in questo momento di passaggio, torneranno nelle caserme e lasceranno spazio ai governi civili. Non credo avranno ruoli politici in futuro.
Dal punto di vista della politica internazionale verranno rispettati gli accordi siglati in passato? In particolare, quale atteggiamento terrà l’Egitto nei confronti di Israele?I trattati e le alleanze internazionali che hanno come scopo la pace, la stabilità e la giustizia non verranno violati. I musulmani lavoreranno per il bene comune non solo a livello nazionale, ma anche a livello internazionale. Noi preghiamo affinché si affermi la pace.
Enrico Casale