Sono state consegnate il 6 marzo in Parlamento le firme per due proposte di iniziativa di legge popolare promosse dalla Campagna “L’Italia sono anch’io”. È stato più che raddoppiato l’obiettivo di 50mila firme, raccolte tra cittadini che chiedono una riforma della legge che regola l’accesso alla cittadinanza per le persone di origine straniera e l’introduzione del diritto di voto alle elezioni amministrative per gli stranieri residenti. Nella ventina di organizzazioni promotrici della Campagna, cui aderisce anche Popoli, c’è il Centro Astalli, sezione italiana del Servizio dei Gesuiti per i rifugiati. Il suo presidente, Giovanni La Manna, ha sottolineato “il senso di civiltà e apertura mostrato da ciascun italiano firmatario della campagna. Finalmente un segnale positivo – ha aggiunto il gesuita - da parte di un Paese che sui temi legati all’immigrazione e all’asilo, negli ultimi anni, non ha mostrato sempre il suo volto migliore”. Il Centro Astalli spera che il riconoscimento della cittadinanza e il diritto di voto amministrativo siano solo i primi passi nella direzione di cambiamenti normativi capaci di realizzare una società in cui immigrati e rifugiati rappresentino una ricchezza per il futuro di tutti.
I tanti comitati locali che si sono formati in tutta Italia in occasione del 150º anniversario dell’Unità, per sei mesi hanno fatto un lavoro di sensibilizzazione che ora continua con la comunicazione tra i sostenitori e la pressione sui parlamentarti perché non si areni la discussione sulle proposte di legge: una prevede di rimettere in primo piano lo ius soli, per cui chi nasce in Italia diventa cittadino italiano. La seconda proposta prevede di dare agli stranieri, in possesso del titolo di soggiorno da 5 anni, il diritto di voto in città, province e regioni.