La loro è una storia di determinazione e generosità. Una storia conclusa bene, con l’arrivo di tre bambini dall’Ucraina, ma che ha messo a dura prova le motivazioni di Carlo e della moglie Erica.
La coppia, che vive in Lombardia, decide di adottare un bambino tra il 2004 e il 2005. «Mio marito - spiega Erica - era più propenso ad accogliere un solo bambino. Io invece preferivo una coppia di fratelli. Su questo punto ci siamo confrontati molto e, alla fine, abbiamo deciso di dare la disponibilità per due fratelli». Nel 2006, i coniugi presentano la domanda al Tribunale per i minorenni. «Abbiamo affrontato i colloqui con i servizi sociali - continua la moglie - e poi siamo stati chiamati dal giudice del Tribunale. Eravamo sereni, pensavamo che non ci fossero difficoltà. Invece ci aspettava una sorpresa». Il giudice rilascia un decreto di non-idoneità, motivandolo con una presunta «instabilità socio-economica».
«Non sappiamo cosa intendesse con quell’espressione. La relazione dei servizi era buona. È vero che mio marito allora aveva un lavoro precario, ma io avevo un buon impiego e avevamo un’abitazione di proprietà».
La delusione è forte, ma anche la determinazione ad andare avanti. Ricorrono quindi alla Corte d’appello. Il giudice d’appello ribalta la sentenza di primo grado e riconosce loro l’idoneità. Decidono di dare il mandato a un ente che, dopo pochi mesi, li abbina all’Ucraina. Tra maggio e settembre 2010 arrivano due proposte, entrambe per l’adozione di tre fratelli. «Noi, e in particolare io, abbiamo sempre pensato a una famiglia con più figli - ricorda Erica - ma non pensavamo a tre fratelli. Quando ce lo hanno proposto abbiamo iniziato a pensarci in modo approfondito. Abbiamo conosciuto altre coppie che avevano adottato tre fratelli. Alla fine ci siamo convinti». Dopo le prime due proposte non andate a buon fine, ne arriva una terza: tre fratelli, due femmine e un maschio, di età tra i 3 e gli 8 anni. «Abbiamo accettato e siamo andati a prenderli nel gennaio di quest’anno - conclude la neomamma -. Il destino o, per chi crede, la Provvidenza, ha voluto, nonostante gli ostacoli che abbiamo incontrato, che questa fosse la nostra famiglia con mio marito, i tre bambini e io. E così è stato».
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