La crescente attenzione di papa Benedetto XVI per i social network è stata ribadita anche pochi giorni fa, nel messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali. L'evento che più di ogni altro simboleggia questo coinvolgimento del Pontefice è forse la decisione di aprire un proprio account su Twitter (in varie lingue), decisione che a metà dicembre 2012 è stato seguita e commentata in tutto il mondo.
Per questo
Popoli - nella rubrica sui nuovi media realizzata ogni mese in collaborazione con
Oogo - ha svolto un'inedita analisi, concentrandosi su due ambiti: le reazioni generate in rete dai tweet del Papa e l'utilizzo di Twitter fatto da alcuni cardinali che, in varie parti del mondo, sono attivi su questo social network.
Nei commenti sulla presenza di Benedetto XVI su Twitter spesso ci si sofferma unicamente sulla valutazione del numero dei followers (attualmente quasi un milione e mezzo, per il profilo in lingua inglese). La ricerca di
Popoli e Oogo ha cercato di andare oltre, e ha preso in considerazione i 270.456 messaggi di risposta da parte della rete generati nel primo mese di vita di Pontifex, suddividendoli - attraverso il metodo della «sentiment analysis» - in positivi e negativi, e analizzandone i contenuti. I risultati sono riprodotti nell'infografica cliccabile sopra. Emerge, in particolare, che i tweet con contenuto positivo sono superiori, anche se di poco, a quelli negativi: 26.426 contro 22.542 (gli oltre 200mila messaggi restanti avevano un contenuto neutro). Esaminando i 100 top tweet di risposta, si nota che i messaggi negativi si sono concentrati prevalentemente sulla questione dei preti pedofili (26%) oppure consistevano in vere e proprie ingiurie (25%). Nel caso dei messaggi positivi, la categoria più rappresentata è quella della ripresa di tweet e frasi dello stesso Papa (26,5%), seguita da ringraziamenti e auguri (25%).
La seconda parte della ricerca ha preso in considerazione i profili Twitter di otto cardinali (due italiani, Scola e Ravasi, e sei stranieri), a cui è stato aggiunto un non cardinale che si sta affermando come voce sempre più autorevole nel rapporto tra fede e tecnologia: il gesuita Antonio Spadaro, direttore di Civiltà Cattolica. Ogni profilo è stato analizzato sotto vari aspetti: anzianità su Twitter, numero di followers, di followings e di retweet, tipologia di messaggi inviati, ecc.
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In un prossimo articolo in uscita su
Popoli, verrà svolta un'analisi analoga su alcuni esponenti della «Chiesa di base» presenti in modo incisivo su Twitter, in Italia e nel mondo.