Il Saint Paul Trail è un itinerario lungo le strade dell’Anatolia
(Turchia) percorse da Paolo e Barnaba nel loro primo viaggio
missionario. E sui sentieri, insieme ai passi, risuona la Parola. Il
gesuita Paolo Bizzeti ne parla in un'intervista pubblicata sul numero di
ottobre di Popoli
nella rubrica dell'associazione Amici del Medio Oriente.
Saint Paul Trail: l’avete mai sentito nominare? È un percorso di trekking in Turchia, terra biblica spesso trascurata. Lungo circa 500 chilometri, ripercorre il primo viaggio apostolico di Paolo e Barnaba (
Atti degli Apostoli, capitoli 13-14). Ce ne parla Paolo Bizzeti, gesuita alla guida di un recente e pionieristico pellegrinaggio con un gruppo di giovani italiani in quelle terre. Un’esperienza affascinante per rivivere e assaporare alcune pagine bibliche.
Di cosa che si tratta? Il Saint Paul Trail (Spt) è il cammino percorso dall’apostolo Paolo durante la sua predicazione tra le genti in Turchia. Da Antalya, sulla costa sud, a Yalvaç, nella regione dei grandi laghi, passando per villaggi di pastori, laghetti incontaminati, panorami mozzafiato, su e giù per dislivelli che possono sfiorare i 2.800 metri. Se ne inizia a parlare soltanto nel 2003, quando due giovani inglesi, Kate Clow e Terry Richardson, con una équipe di volontari internazionali, percorrono e tracciano il sentiero. Una route importante nel Paese, seconda per lunghezza alla Lycian Way, altro lungo itinerario a piedi tracciato in precedenza dagli stessi giovani e che si è fatto conoscere nel mondo anglosassone attraverso i reportage del Times. Risale al 2004 la pubblicazione del primo libro-guida sul tracciato, St Paul Trail. Turkey’s Second Long Distance Walking Route. A new European Cultural Route (Ed. Upcountry [Turkey] Ltd). Da allora in molti da varie parti del mondo hanno cominciato a percorrerlo, salendo dalla Panfilia in Pisidia per usare i nomi romani di queste regioni.
Un trekking, ma dal valore spirituale molto forte. Qual è il significato del percorso?Il tragitto porta il nome di Paolo perché ripercorre alcuni dei tratti su cui camminò l’Apostolo delle genti in compagnia di Barnaba durante il loro primo viaggio missionario: partiti da Cipro sbarcarono a Perge (allora c’era un porto) e salirono fino ad Antiochia di Pisidia, Konya, Listra e Derbe in Licaonia, per poi ridiscendere dall’altipiano anatolico fino al porto di Antalya (vedi Atti 13,13ss) e da qui tornare al porto di Seleucia di Pieria e quindi ad Antiochia sull’Oronte, dalla cui comunità cristiana erano partiti. In realtà il percorso segnato segue solo alcuni tratti della strada romana che percorsero gli apostoli in quel tempo.
Il messaggio forte emerge dalle pagine... e dal contesto...I luoghi che si percorrono sono quelli di una Turchia rurale e dedita alla pastorizia che non si discostano molto dal modo di vivere delle genti di allora. Un contesto che, unito agli sconfinati panorami, aiuta molto la contemplazione, la preghiera, il ritorno all’essenziale.
Come lo ha scoperto? In Italia mi sembra che nessuna agenzia di pellegrinaggi o viaggi proponga questo itinerario.È stato per caso, l’anno scorso, mentre ero ad Antalya, per organizzare un pellegrinaggio nei luoghi degli Atti degli Apostoli. Incuriosito, l’ho percorso nel luglio 2012 insieme a Maurizio Confalonieri, un giovane atleta milanese, scoprendo un itinerario davvero affascinante. Spesso nei luoghi di fortuna dove alloggiavamo o nelle piccole pensioni ci dicevano che eravamo i primi italiani che si vedevano sul Spt. In effetti in Italia il percorso è ancora sconosciuto: perciò quest’anno abbiamo deciso di portare un gruppo di giovani ed educatori: Maurizio ha seguito la l’aspetto del trekking (circa 4-5 ore di cammino al giorno) e io la parte delle letture bibliche sul libro degli Atti.
E il risultato?Tutti entusiasti, direi. Sia della bellezza del tracciato, sia dei panorami e dello spessore che acquista la Parola di Dio quando è letta nel suo contesto. Uno degli scopi principali era, infatti, capire a fondo le parole di Paolo sulle fatiche dei viaggi che si leggono al capitolo 11 della seconda lettera ai Corinzi.
Elisa Costanzo