Adesso basta! È ora di finirla con tutto questo razzismo nei nostri confronti. Sto parlando di una categoria sociale continuamente vilipesa e umiliata: i piccoli. Noi non chiediamo trattamenti particolari di favore, vogliamo solo essere trattati con la stessa attenzione e dignità di un qualsiasi altro handicappato. A tutti gli altri handicappati avete persino cambiato il nome per mitigare la loro condizione: quelli in carrozzina li avete chiamati «diversamente abili», i ciechi li chiamate «non vedenti», i sordi «non udenti». E allora perché i piccoli devono essere continuamente essere offesi? Non è mica bello sentirsi chiamare continuamente piccoletto, tappetto, nano! Dico: ai disabili, quelli in carrozzina, nelle stazioni e negli aeroporti avete abbassato le cabine del telefono (e tra l’altro ne approfittiamo anche noi). E allora, dico io, abbassiamo anche le maniglie sui tram!? Che già lo sport per noi è un inferno: il basket ce lo sogniamo perché mettere la palla in quel canestro è come scalare l’Empire State Building, il ciclismo è difficile da praticare se non arrivi a toccare i pedali, e il calcio, se per caso si dimenticano di tagliare l’erba, la palla non te la passano più. Per non parlare dei molti lavori che ci sono preclusi se non superiamo il metro e 62: il pompiere, il poliziotto, il vigile. In alcuni casi è anche giusto: in effetti un vigile troppo basso, avvicinandosi all’auto per appioppare una multa rischia di risultare più basso della portiera nel caso di certi suv che circolano al giorno d’oggi, e così il contravventore può ripartire noncurante. A proposito di auto, come noto se uno non supera il metro e cinquanta non può mettere la cintura di sicurezza. E allora gli tocca andare dietro e sedersi sul seggiolino del bambino, anche se ha 40 anni e di mestiere fa il chirurgo plastico. Una volta un amico mi ha chiesto di guidare la sua macchina perché lui non aveva i requisiti (io per un pelo). Sono stato fermato dai carabinieri per un controllo, poi hanno visto il mio amico seduto in giacca e cravatta sul seggiolino e lo hanno portato in neurologia per accertamenti. E allora basta: da domani pretendiamo che almeno ci si cambi nome, da domani noi non saremo più bassetti, piccoletti o tappetti, da domani vogliamo essere considerati «portatori di non altezza»!!!
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