In questi giorni risuonano in me le parole del Vangelo di Luca della
liturgia dell’Immacolata, che la prima comunità cristiana ha posto
nell’annuncio a Maria. È il riproporre il mistero dell’Incarnazione come
espressione di una pienezza dell’«amore gratuito» affidato all’umanità
attraverso una piccola e grande donna.
Il mistero è riconoscere
che il «Dio con noi» è effettivamente nascosto nello spirito dell’uomo,
così contraddittorio nella sua storia. Ogni anno soffriamo per tante
forme di violenza procurate dall’uomo sull’uomo. Anche la crisi che
viviamo mostra la drammatica forbice che si allarga fra la crescita
della ricchezza in mano a pochi e le così varie realtà di miseria che
affliggono la maggior parte dell’ umanità. Sembrerebbe che il progetto
di una creazione felice sia fallito miseramente. «Tutto è possibile»,
però, quando ci poniamo in un processo diverso, di comunione e di sfida
nei confronti dei poteri che conducono alle contrapposizioni e alle
separazioni, alle guerre e alla morte. Di queste tracce di gratuità, di
servizio, di negazione silenziosa degli interessi personali, a favore di
una crescita del bene comune, ne possiamo incontrare numerose lungo il
nostro cammino come un invito ad associarsi con fiducia a ciò che si
presenta come scelta più giusta.
Tutto è possibile quando
riconosciamo che l’energia che nasce dai migliori desideri ci porta a
progettare percorsi educativi e formativi di crescita e di
responsabilità. È una energia frutto di impegno, che all’origine è
«donata» come gratuita presenza in noi dello Spirito del Creatore. Nella
storia lo Spirito d’amore si è rivelato nel Figlio dell’Uomo, quel Gesù
di Nazareth, rigettato dall’umanità, ma sempre presente nella storia
perché risorto. È da riconoscere in ciascuna persona, a partire dai più
poveri, dai senza patria e senza diritti, proprio perché siamo chiamati
al servizio gratuito della loro affermazione e liberazione. Sono
sempre più coinvolto nell’avventura di un servizio educativo, nella
periferia sofferente della città, in una scuola al centro della città,
nello scautismo, proprio perché si affermi la «pienezza di grazia» alla
luce del Vangelo e di quella varietà di belle esperienze che la società
propone; è importante sempre di più saper gustare la bellezza del cuore
anche di chi ha sbagliato, saper contribuire alla possibilità che
ciascuno possa esprimere il proprio essere con la parola, con il lavoro,
con relazioni d’amore. È il mio augurio anche per ciascuno di voi,
nella gioia di una speranza che non pensavo potesse rallegrare i miei
giorni di «anziano», sempre giovane nel cuore!
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