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«Ha preso il via il futuro della Libia»
1 marzo 2011
Perseguitati, torturati e uccisi in patria. Costretti all’esilio e anche qui spesso uccisi dagli sgherri di regime. Per anni i gruppi di opposizione a Muhammar Gheddafi sono stati ridotti al silenzio. La rivolta che ha messo nell’angolo il dittatore libico sta però offrendo loro nuovi spazi. Quale ruolo avranno in una Libia senza più il rais? Quale contributo potranno offrire alla ricostruzione del Paese? Popoli.info ne ha parlato con Mohammed Ali Abdallah, vice segretario generale del Fronte nazionale per la salvezza della Libia (Nfsl), uno dei gruppi storici anti Gheddafi con base a Londra.

Mohammed Ali Abdallah come giudica l’attuale situazione politica libica? Pensa che la rivolta possa portare all’affermazione di un sistema democratico nel Paese?
Questa insurrezione dimostra come i libici si sentissero realmente sotto il regime di Gheddafi. La rivolta è un grande traguardo per il nostro popolo e apre la strada a profonde riforme e alla creazione di una democrazia costituzionale in Libia. Questa rivolta garantirà alla Libia un futuro migliore e permetterà al Paese di affermarsi come un partner economico solido e strategico per molti Stati della regione.

L’opposizione all’estero è pronta a partecipare alla costruzione di una nuova Libia?
L’opposizione politica a Gheddafi è tutta all’estero e il nostro gruppo ne fa parte. L’Nfsl non cerca di prendere il potere ma, credo, neppure gli altri gruppi politici all’estero. L’opposizione giocherà un ruolo importante nella ricostruzione della Libia sia in campo politico sia in altri settori-chiave: educazione, sanità, ecc. Tutti i libici sono chiamati a giocare un ruolo nella ricostruzione della Libia.
Al momento, la transizione è gestita da persone che vivono in Libia e che hanno già iniziato a creare organi politici a livello locale e contribuiranno alla creazione di un governo nazionale di transizione che condurrà il Paese a libere elezioni e alla formazione di istituzioni democratiche. Noi stiamo supportando questo processo.

Quale ruolo sarà giocato in futuro dai clan nel sistema politico libico?
Le tribù sono un’eredità fondamentale della storia millenaria della Libia. I leader dei clan giocheranno un ruolo fondamentale nella ricostruzione del Paese perché hanno un grande importanza nella struttura sociale libica. È essenziale che sostengano e guidino il processo politico che porterà alla creazione di un sistema democratico che garantisca la separazione dei poteri e permetta di giudicare la classe politica sia giudicata per il suo operato. Anche le forze armate sono chiamate a giocare un ruolo importante nel ristabilimento della sicurezza e della stabilità nelle città libiche mentre il processo politico prende forma. Non vogliamo che le forze armate guidino questo processo politico. Nessun libico lo vuole.

Quale ruolo avranno i partiti islamici? Il fondamentalismo può prendere il potere in Libia?
Non esistono partiti politici islamici, perché ogni partito era bandito nella Libia di Gheddafi. I libici sono quasi tutti musulmani e, dal punto di vista religioso, c’è grande omogeneità. Non c’è però rischio che formazioni integraliste prendano il potere semplicemente perché non esistono organizzazioni integraliste. Gruppi fondamentalisti sono stati utilizzati a scopi politici dallo stesso Gheddafi che, anche negli ultimi giorni, ha utilizzato l’argomento del fondamentalismo dicendo che se lui lasciasse il potere la Libia si trasformerebbe in un emirato. Ma sono argomenti utilizzati solo per spaventare le persone e non hanno un fondamento reale. Nelle regioni liberate (quasi tutte le città fatta eccezione per Tripoli e Sirte) i leader della rivolta erano in maggioranza professori, intellettuali, ecc. il cui unico obiettivo è di dar vita a un governo e a istituzioni democratiche.

Le relazioni con Italia ed Europa peggioreranno in futuro?
Assolutamente no. Oggi come nei prossimi anni, la Libia ha bisogno di instaurare relazioni bilaterali stabili con i Paesi confinanti e con le nazioni occidentali. Credo che per riuscire a dar vita a questo tipo di rapporti stabili ed economicamente vantaggiosi, la Libia dovrà creare un sistema che favorisca lo sviluppo degli affari. I rapporti con Europa e Italia, ne sono certo, favoriranno questa crescita economica che porterà benessere alla Libia e ai libici.

Cosa ne pensa dell’eventuale invio di soldati da parte delle Nazioni Unite?
Noi siamo contrati a qualsiasi intervento militare e alla presenza di truppe straniere in Libia. Ciò porterebbe al caos, a maggiore instabilità e, di fatto, farebbe fallire il processo di riforma avviato con la ribellione.
Enrico Casale

© FCSF – Popoli