È stato un parto difficile, ma alla fine, l’Assemblea costituente tunisina ha varato la nuova Costituzione. Attesa per ottobre 2012, la Carta fondamentale è il frutto di un travagliato percorso che ha contrapposto i partiti laici a quelli di ispirazione islamica in un confronto che a tratti è stato molto duro. Il testo che è stato licenziato ieri, 26 gennaio, è un compromesso che tiene conto dei principi laici e di quelli religiosi.
La versione finale della legge fondamentale riconosce il carattere civile dello Stato e garantisce la sovranità al popolo così come la libertà di coscienza e di religione (primo Paese nel mondo arabo). Anche se la religione rimane sempre sullo sfondo. La Costituzione si apre infatti con la dizione: «In nome del Dio clemente e misericordioso...» e si chiude con l’espressione: «...e Dio è garante dell’applicazione». Ma Ennahda, il partito islamico con la maggioranza relativa nell’Assemblea costituente, è stato costretto a fare passi indietro su molti fronti. In primo luogo sul richiamo alla legge islamica nel dettato costituzionale. Inizialmente era una delle rivendicazioni sulle quali gli islamisti scommettevano maggiormente. Ma l’opposizione laica ha fatto muro contro qualsiasi richiamo alla
sharia. «Ciascuno deve cedere un po’ quando si sta lavorando a una Costituzione per tutti i tunisini - ha detto al quotidiano francese Le Figaro, Badredinne Abdelkeffi, deputato di Ennahda -. Abbiamo accettato di non inserire alcun accenno alla
sharia perché la definizione di legge islamica non è chiara. Dobbiamo metterci d’accordo su che cosa si intende per legge islamica. Solo dopo se ne potrà parlare».
Marcia indietro degli islamisti anche sull’attenuazione del principio di parità tra donna e uomo. La proposta di inserire nella Costituzione un articolo che prevedesse «la complementarietà delle donne rispetto agli uomini» aveva scatenato le polemiche dei partiti e dei movimenti femminili laici sia in Tunisia sia all’estero. Su questo punto il dibattito è stato rovente, ma alla fine è stato approvato l’art. 20 che dice espressamente che cittadini e cittadine sono uguali davanti alla legge.
Parallelamente all’approvazione della Costituzione, il neo premier Mehdi Jomaa ha annunciato la composizione del governo indipendente che dovrebbe traghettare il Paese fino alle elezioni (che si preve si terranno entro la fine del 2014) prendendo il posto della triplice alleanza guidata dagli islamisti di Ennahda. Con la tornata elettorale si dovrebbe concludere la lunga fase di transizione iniziata con la caduta dell’ex presidente Zine el Abidine Ben Ali, il 14 gennaio 2011.
Enrico Casale