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Dakar, la Francia progetta l'evacuazione degli europei
23 febbraio 2012
«Per il momento la situazione è ancora gestibile, ma nei prossimi giorni la tensione potrebbe salire. Se così fosse, siamo in contatto con l’ambasciata francese che ha pronto un piano di evacuazione per gli europei». Al telefono con Popoli.info parla un professionista italiano che da anni vive e lavora a Dakar. Aveva scelto di trasferirsi in Senegal perché era un Paese tranquillo, nel quale vivere costava poco e, a differenza di altri Stati africani, offriva opportunità di lavoro. Oggi invece si trova catapultato in un clima di pre-guerra civile nel quale non solo il lavoro, ma anche la vita di tutti i giorni diventano difficili, se non impossibili.

«Per fortuna - spiega - io abito in un quartiere tranquillo che non è stato quasi toccato dalle manifestazioni. Quindi la mia famiglia vive ancora in modo sereno. Ma ho un ufficio in centro città e ogni giorno è sempre più difficile raggiungerlo. Devo schivare le manifestazioni perché finirci in mezzo è pericoloso. Si rischia di rimanere vittime di pestaggi o, peggio, di sparatorie». Ieri c’è stata una dimostrazione antipresidenziale in cui è morto un dimostrante, ma gli scontri peggiori si sono registrati domenica scorsa. «Domenica - ricorda - ci sono state diverse manifestazioni. Tutte molto violente. Amici mi hanno riferito che molti dimostranti sono scesi in strada con machete. Io e la mia famiglia non ci siamo mossi di casa per paura di rimanere coinvolti in qualche incidente».

Le tensioni potrebbero ancora crescere mano a mano che ci si avvicina alla tornata elettorale. «Non so cosa succederà nei prossimi giorni. Martedì ho telefonato a un amico che lavora al ministero dell’Interno e lui mi ha detto che il governo sta pensando a un rinvio delle elezioni. Forse è la soluzione migliore, anche se si deve vedere fino a quando verranno rinviate. Non sono sicuro che l’opposizione sia favorevole a un rinvio troppo in là nel tempo». Il rischio è che una proroga getti ulteriore benzina sul fuoco delle proteste. «Se la situazione dovesse peggiorare - conclude la nostra fonte - ci affidiamo alla rete diplomatica francese che ha predisposto un piano di emergenza».
Enrico Casale
© FCSF – Popoli
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