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F35, tutto rimandato
26 giugno 2013
Il programma degli F35 per il momento non verrà cancellato. La parola passa al Parlamento che deciderà dopo aver compiuto un’indagine conoscitiva su tutti i sistemi d’arma in corso di acquisizione. Nel frattempo l’esecutivo si è impegnato a non procedere a nessuna «ulteriore acquisizione». Lo prevede la mozione approvata dalla compagine governativa ieri sera alla Camera. La maggioranza (Pd, Pdl e Scelta Civica) ha così evitato di spaccarsi trovando una mediazione che di fatto sposta in avanti qualsiasi decisione. I movimenti pacifisti, che avevano sperato in una cancellazione del progetto (chiesta da una mozione firmata da Sel, M5S e alcuni deputati di Scelta Civica e Pd), sono rimasti delusi. Ancora una volta si sono visti sfuggire l’obiettivo di azzerare un programma che attualmente prevede l’acquisizione dalla Loockheed Martin di 90 cacciabombardieri a un costo che si aggira sui 106 milioni a velivolo.

«Se leggiamo con attenzione il testo
della mozione approvata ieri - spiega Simona Malpezzi, deputata del Pd - dobbiamo notare che non si parla di congelamento del programma F35, ma si impegna il governo italiano a concrete iniziative per la crescita della difesa europea in una prospettiva di razionalizzazione della spesa militare e nel rispetto della legge n. 244/12 che dà al parlamento alcune prerogative in materia di armamenti». Per il Pd questa mozione è un’occasione per ridiscutere tutto il sistema di acquisto degli armamenti. «Il Pd - continua la Malpezzi - è stato chiaro: ha detto all’esecutivo che deve rispettare il ruolo del parlamento e che quindi anche il ministero della Difesa non può decidere come e quante spese fare a meno che le Camere non glielo consentano».

Ma il testo non soddisfa i movimenti pacifisti.
«Nella prima stesura della bozza - osserva Francesco Vignarca della Rete Disarmo - il Pd chiedeva che il governo rispettasse la legge n. 244/12, aprisse una discussione a livello europeo dei temi della difesa, compisse un’indagine conoscitiva e, solo dopo, chiedesse al Parlamento di esprimersi sugli eventuali acquisti di sistemi d’arma (non solo F35). Questo testo aveva una logica e noi lo ritenevamo un primo passo nella giusta direzione. In realtà, la bozza finale è diversa».
La dizione «ogni ulteriore acquisto» non convince Vignarca: «L’espressione non c’era nella prima bozza. Perché è stata inserita? Significa che sono esclusi i programmi già avviati?».

Secondo i pacifisti,
la mozione è solo un ennesimo rinvio. Un rinvio però fatto senza fissare una tempistica. «Se quindi - continua Vignarca - la prossima settimana il ministro della Difesa va alle Camere e chiede un parere sugli F35 e sui finanziamenti per il 2013, il Parlamento, in base alla legge n. 244/12 è chiamato a esprimersi e, se dà il via libera, la mozione è aggirata. Questa mozione è un’occasione persa. Nell’ottica della cancellazione il testo approvato è un minus. Ma anche se guardiamo alla mozione originaria del Pd, quella che è stata approvata ieri sera ci sembra poca cosa. Anche se speriamo di essere smentiti».

Un punto
però sembra soddisfare Vignarca: il riferimento alla Difesa europea. «È importante - osserva - sotto due aspetti: sia perché favorisce il processo di unificazione europea, sia perché porta a una drastica riduzione delle spese militari (alcuni sostengono che potrebbero esserci fino a 70 miliardi)».
e.c.
© FCSF – Popoli
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