La Fratellanza musulmana nasce in Egitto nel 1928. A fondarla è Hasan al Banna, un maestro di scuola che vive a Ismailia. Il movimento si propone di reagire all’occidentalizzazione della società egiziana e di promuovere il riscatto dei lavoratori arabi nella zona del Canale di Suez. L’organizzazione cresce velocemente. Diventa presto un punto di riferimento delle classi povere e, allo stesso tempo, inizia a giocare un ruolo di primo piano nel movimento nazionalista egiziano. Dal punto di vista ideologico il movimento si richiama al dovere di fedeltà ai valori islamici tradizionali.
La Fratellanza viene repressa da Gamal Nasser che vede in essa un ostacolo alla secolarizzazione del Paese. A partire dal 1969, però, l’organizzazione prende le distanze dalle posizioni più radicali e Anwar Sadat, inaugura una politica di apertura nei loro confronti. Saranno però alcuni militanti più estremisti staccatisi dall’organizzazione a ucciderlo nel 1981.
Hosni Mubarak invece manterrà una politica ambigua nei loro confronti, fatta di aperture (concederà loro di presentare candidati, ma nelle liste di partiti laici) e chiusure (con dure repressioni). Nel frattempo il movimento svolge una capillare azione sociale offrendo assistenza, istruzione, formazione religiosa a persone di ogni ceto. Lo scoppio della Primavera araba prende di sorpresa la Fratellanza. Caduto Mubarak, però, il partito Libertà e Giustizia, legato al movimento, vince le elezioni presidenziali del giugno 2012 con Mohamed Morsi. Rimane in carica solo un anno. Il 3 luglio 2013 i militari lo depongono e dichiarano la Fratellanza musulmana: «movimento terroristico».
Partiti vicini alla Fratellanza sono attivi in Africa e Medio Oriente. Le formazioni più note sono l’Akp in Turchia, Ennahda in Tunisia, Hamas in Palestina, il Fronte di azione islamica in Giordania, il Partito della giustizia e dell’unità in Somalia. In Europa le organizzazioni legate alla Fratellanza si riconoscono nel Fioe (Federation of Islamic Organizations in Europe).
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