I media occidentali hanno iniziato a parlare di lui solo di recente, ma in Sudafrica è un protagonista della vita politica già da qualche anno. A dispetto dei suoi 30 anni, Julius Malema è diventato l’«astro nascente» (molti dicono la «mina vagante») dell’African National Congress (Anc), di cui guida la Lega giovanile. Ma il suo protagonismo e la sua non proprio limpida carriera politica rischiano non solo di spaccare il partito di Nelson Mandela, ma di incendiare anche il Paese (già vittima della crisi mondiale, con il 70% dei giovani disoccupati). Ma chi è Malema? E qual è il suo ruolo politico?
Nato nel 1981 a Sheshego nella provincia di Limpopo da una ragazza-madre che lavora come domestica, Malema non ama i libri e fatica a completare gli studi superiori. Ad attrarlo è la politica. A 9 anni entra nei Pionieri, il movimento dei giovanissimi simpatizzanti dell’Anc. La sua carriera prosegue nella Lega giovanile del partito della quale nel 2001 diventa presidente nazionale. Ed è proprio come presidente nazionale che inizia a giocare una partita delicatissima. Nella lotta per la supremazia nell’Anc (e quindi nel Paese) che si gioca tra i leader Thabo Mbeki e Jacob Zuma, lui sostiene il secondo e gli garantisce il successo. Ben presto però Malema diventa un peso per Zuma.
«Per Zuma - osserva Chris Chatteris, gesuita sudafricano, attento osservatore delle dinamiche politiche del suo Paese -, Malema è un
enfant terrible. Spessissimo prende posizioni in contrasto con il vertice dell’Anc. Recentemente, per esempio, ha detto che la Lega dei giovani dovrebbe creare una task force per abbattere il governo democraticamente eletto del Botswana. Ha poi più volte chiesto la nazionalizzazione del comparto minerario». «Il suo insistere sulla nazionalizzazione delle miniere e sull'esproprio delle terre agli imprenditori agrari bianchi - osserva Peter Knox, gesuita sudafricano, esperto del settore minerario - ha spaventato molti imprenditori stranieri che investono nel nostro Paese, provocando molti danni all'economia nazionale. Queste sue posizioni si basano su una lettura rigida e fuori dal tempo del
Freedom Charter, uno dei documenti che accompagnarono la nascita dell'Anc».
Malema è anche fieramente razzista. Ha rilasciato dichiarazioni contro i bianchi (accusati di aver rubato tutto ai neri), indicando come modello il dittatore zimbabwiano Robert Mugabe, l’unico che, a suo parere, avrebbe trattato nel giusto modo gli ex colonialisti. Qualche mese fa ha fatto infuriare la minoranza afrikaans cantando in pubblico una famosa canzone dei militanti anti apartheid che dice, tra l’altro: «Shoot the boer, shoot the farme» («Spara al boero, spara al contadino bianco»).
A imbarazzare il vertice del partito però non solo le sue dichiarazioni, ma anche il suo carattere e il suo stile di vita. «È un populista con un carattere che definirei “colorito” - aggiunge padre Chatteris -. Ricordo un incontro che ebbe con un giornalista della Bbc che voleva intervistarlo. Durante il colloquio Malema ha definito il suo interlocutore “agente sanguinario”. Ricordo anche che quando Zuma venne accusato di violenza sessuale su una ragazza, Malema lo difese dicendo che la ragazza era consenziente e aveva provato piacere nel rapporto sessuale. Questa sua esuberanza fa la felicità di molti giornalisti che fanno a gara a rilanciare le sue dichiarazioni».
Malema, a dispetto della sua giovane età e delle sue origini umili, è ricchissimo. «Lui ostenta la sua ricchezza - commenta Chatteris - e i giovani, soprattutto i più poveri, vedono in lui un simbolo di successo e molti lo vogliono emulare. Il problema è che non si sa da dove derivi questa ricchezza. Si pensa che sia il frutto di corruzione e la polizia sta indagando».
L’Anc lo ha sottoposto a un processo interno (ancora in corso) per giudicare le sue prese di posizione così distanti dalla linea ufficiale del partito. Il 30 agosto, mentre una delle udienze del processo era in corso, si sono registrati forti scontri tra i suoi sostenitori e la polizia. I poliziotti hanno effettuato numerose cariche e hanno sparato proiettili di gomma contro la folla che manifestava.
«I membri della vecchia guardia dell’Anc sono stanchi di lui - aggiunge padre Chatteris -, però devono stare molto attenti. Malema potrebbe non sostenere più Zuma e quindi lo stesso Zuma potrebbe perdere le elezioni per la presidenza del partito. Certo Malema potrebbe essere comunque espulso e creare un suo partito. Anche se non lo credo: rimarrà nell’Anc e creerà una sua corrente, continuando a fare del suo meglio per creare confusione». «Purtroppo - gli fa eco Peter Knox -, il sistema politico sudafricano prevede che il presidente del partito che vince le elezioni diventi anche presidente della Repubblica. Avendo l'Anc un grandissimo seguito nel Paese, è quasi certo che il suo presidente diventi il capo dello Stato. Così ci ritroviamo nella situazione in cui l'elezione della prima carica dello Stato è condizionata da una minoranza di giovani, guidata da un leader controverso. Forse sarebbe meglio per il Paese avere un leader eletto sulla base della sua visione politica e della sua capacità di governo, piuttosto che un leader scelto da un populista fuori dal tempo capace solo di cantare vecchie canzoni rivoluzionarie».
Enrico Casale