I rom residenti in Italia sono tra i 130mila e i 180mila, un numero relativamente basso rispetto a quanti vivono negli altri Stati dell’Europa occidentale. In percentuale rappresentano solo lo 0,2% della popolazione italiana, un dato che, come ha fatto notare Pietro Marcenaro, presidente della Commissione diritti umani del Senato, fa apparire discutibile la scelta del ministro dell’Interno di emanare - nel maggio 2008 – un decreto in cui si parlava di «emergenza nomadi».
È quanto emerge dal Rapporto conclusivo dell’indagine del Senato sulla condizione di rom, sinti e camminanti, presentato il 15 aprile a Milano. Un progetto ideato dal ministero dell’Interno del precedente governo e conclusosi lo scorso febbraio, dopo un’indagine durata un anno e mezzo, con l’approvazione all’unanimità da parte del Senato.
Come ha spiegato Marcenaro, scopo di questa ricerca era contribuire a creare una maggiore conoscenza sulla situazione dei rom in Italia, basandosi su cifre precise e testimonianze dirette, per favorire un confronto politico più costruttivo e libero da stereotipi e mistificazioni.
Un’altra statistica interessante riguarda il presunto nomadismo di rom e sinti: solo il 2-3% di essi non conduce una vita di tipo sedentario, pertanto anche la definizione di «nomadi», termine avallato negli ultimi anni dal vocabolario politically correct al posto di «zingari», appare inappropriata.
Marcenaro ha annunciato inoltre che dall’indagine sono emerse due proposte di legge. La prima per ricordare ogni 27 gennaio, nell’ambito della Giornata della Memoria, anche il Porrajmos (come i rom chiamano il genocidio della loro gente perpetrato nei campi di sterminio nazisti). La seconda riguarda invece il riconoscimento del romanès (la lingua rom) tra le minoranze linguistiche.
All’incontro è intervenuto anche Gad Lerner, che ha ricordato come la scelta di Milano per la presentazione del Rapporto non sia stata casuale: in questa città infatti la questione rom è al centro del dibattito politico. Per fine aprile, forse non casualmente a pochi giorni dalle elezioni comunali, è previsto lo sgombero del campo autorizzato di Triboniano, il più popoloso della città. «Tutti sono d’accordo con la necessità di risolvere il problema delle baraccopoli - ha concluso il giornalista -, quasi sicuramente però assisteremo a un nuovo scontro tra chi ritiene lo sgombero una soluzione sufficiente a risolvere la situazione e chi, invece, insiste affinché vengano offerte anche proposte concrete di inserimento nella società».
Michele Ambrosini