Oggi la mappa del continente è costellata di centri di detenzione per
immigrati irregolari, risultato di una criminalizzazione del fenomeno.
Il limes meridionale e quello orientale sono sempre più pattugliati
dall’agenzia comunitaria Frontex. Ma per chi varca la frontiera ci sono,
secondo stime del 2010, 250 centri di detenzione, con circa 32mila
posti.
«I centri per la detenzione degli immigrati sono un’opzione
sempre più diffusa nell’Ue» - osserva Christophe Renders, gesuita
responsabile del Jrs in Belgio -. Qui esistono dal 1988 e sono dieci,
con tempi massimi di detenzione di cinque mesi». Uno studio del Centro
Peublos Unidos dei gesuiti a Madrid descrive e denuncia la situazione in
Spagna, Paese che per dimensioni e posizione geografica può essere
paragonato all’Italia. Madrid gestisce nove Centros de internamiento,
sei sul continente e tre alle Canarie, dove il tempo massimo di
trattenimento è 60 giorni. Dai centri sono passate oltre 16mila persone e
solo poco più di metà di esse sono state espulse. Le espulsioni sono in
calo come conseguenza dei respingimenti prima che l’immigrato varchi il
confine, in mare o lungo le frontiere di Ceuta e Melilla.
Questo trend globale e i costi umani che comporta sono temi che il
Jrs Europa segue da vicino con studi, attività di advocacy e proposte alternative.